Wednesday, April 24, 2024

Società

Milano, dal Corecom una bussola sull’educazione digitale al tempo del Coronavirus

Marzo 31, 2021

MILANO – La scuola da casa. E la tecnologia. Ecco quindi il punto sulle diverse declinazioni assunte dalla media education in tempo di Coronavirus. È il Libro bianco su media e minori, il volume curato dalla presidente del Corecom Lombardia, Marianna Sala, che rappresenta l’esito del percorso su questo argomento svolto dall’Istituto regionale in collaborazione con il Centro di ricerca Information Society Law del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Università degli Studi di Milano, nell’arco del 2020. Il testo è scaricabile gratuitamente dal sito www.corecomlombardia.it o acquistabile in libreria (edizioni Rubettino). Il lavoro è stato presentato questa mattina nel corso di una diretta social (sui canali YouTube e Facebook del Corecom Lombardia) alla quale hanno partecipato, oltre all’avvocato Sala, Piermarco Aroldi, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Università Cattolica di Milano; Mario Morcellini, direttore Advanced School in Communication, Unitelma Sapienza; Giovanni Ziccardi, professore di Informatica Giuridica e coordinatore del Centro di ricerca in Information Society Law, Università degli Studi di Milano; Ivano Zoppi, segretario generale Fondazione Carolina.

“L’auspicio – ha dichiarato la presidente Sala – è che questo Libro Bianco possa costituire uno strumento sia conoscitivo che operativo per chi, a vario titolo, si occupi di media e minori.  Per formatori e genitori, perché possano trovare in questa pubblicazione spunti e suggerimenti. Ma anche per i soggetti decisori delle istituzioni, perché possano avere a disposizione un quadro concentrato di conoscenze da cui trarre orientamenti e stimoli per iniziative legislative e amministrative, per diffondere un uso consapevole della tecnologia e delineare le caratteristiche del cittadino digitale”. Il drammatico periodo della pandemia da Covid-19 e la conseguente imposizione della Dad (didattica a distanza) alle scuole secondarie, hanno evidenziato l’importanza della educazione digitale, segnalando l’urgenza di rilanciare il paradigma della media education soprattutto nel mondo della formazione.

Si pensi, ad esempio, all’incremento esponenziale dei casi di cyberbullismo (+68%), sexting (+70%), revenge porn (+40%), adescamento di minori on line (+50%)  nei primi mesi del 2021. Il testo, nato nei giorni del primo lockdown (febbraio 2020) e ultimato durante il secondo lockdown (novembre 2020) in piena operatività della Dad, tenta di analizzare le buone e le cattive pratiche nell’uso del digitale a scuola, coniugando riflessioni autorevoli a dati pratici raccolti nelle secondarie lombarde. Il risultato è una presa di consapevolezza dei ritardi strutturali e delle inerzie che ancora segnano la scuola, anche quella pur avanzata sul versante della integrazione del digitale come quella lombarda. Nello stesso tempo, si conferma sia la nostra dipendenza sempre più evidente dalle tecnologie, sia il fatto che esse, da sole, non bastano né ad avviare processi di innovazione, né tantomeno a garantire la tenuta delle dinamiche di formazione, di socializzazione, e di partecipazione. Infine, è bene non smarrire per strada ciò che in questi mesi si è sperimentato, imparato, messo a punto, corretto e sperimentato nuovamente: anche solo per non rischiare di dare per scontata la supposta “normalità”, e finire per confondere l’abitudine con l’unico modo possibile di fare le cose. Per questo, il volume si chiude con un’appendice dedicata alla didattica a distanza, una sorta di “kit di sopravvivenza” per insegnanti costretti a mettere in atto in poco tempo una nuova modalità didattica digitale.

Alessandra Pirri

Nella foto Marianna Sala

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