Thursday, April 18, 2024

Attualità

La Scala, John Williams e una luce speciale

Dicembre 13, 2022

Li abbiamo visti tutti, anche più di una volta. Sono film entrati nell’immaginario di generazioni diverse: Superman, Star Wars, Indiana Jones, Harry Potter. Film che hanno avuto successo planetario grazie alla storia, alle immagini e agli attori, ma anche (e non poco) grazie alla musica. Colonne sonore che ancora oggi ci fanno venire i brividi e ci emozionano a tal punto da riportarci indietro nel tempo.
Domenica 11 dicembre 2022 h15.15. La Scala di Milano apre le porte agli under 30 per l’iniziativa “Generazione filarmonica”. È una prova aperta che anticipa il concerto vero e proprio previsto per la sera seguente ed è anche il regalo che ho fatto a mio figlio per i suoi 14 anni.
A dirigere la Filarmonica c’è John Williams, 90 anni, autore delle colonne sonore di film campioni d’incasso. Un mito assoluto, vincitore di cinque premi Oscar, secondo solo a Walt Disney per il numero di candidature. La sua ironia gli consente di scherzarci su, sottolineando che non ha vinto per ben quarantasette volte. Un’affermazione che mi colpisce e comincio a pensare. La fortuna ci assegna un ottimo posto, perché siamo su un palco laterale sopra l’orchestra e quando il maestro entra in scena lo si vede perfettamente in volto e noto una cosa in particolare: nei suoi occhi c’è una lucina che riconosco. È quella luce che si vede negli occhi dei bambini che sorridono e negli occhi di chi riesce a trasformare la propria vita nella realizzazione del sogno d’infanzia. Immagino anche Walt Disney con quella stellina negli occhi, curvo sui fogli da disegno, con la consapevolezza di non aver mai lavorato un giorno nella vita.
Sottolineare che «non ho vinto per ben quarantasette volte» lo trovo un fantastico insegnamento per questa platea di giovani. Vuol dire rimarcare il proprio percorso, dare valore e importanza a tutte le composizioni che sono state meno fortunate e che però hanno contribuito ad arrivare alle vittorie, ai traguardi, al punto del percorso in cui si è ora. Credo che il Maestro non si senta arrivato ed è proprio questo il suo segreto per tenere accesa quella lucina di felicità nell’anima.

Il concerto inizia con la colonna sonora di Hook capitan Uncino. Immediatamente inizio a volare, “seconda stella a destra e poi dritti fino al mattino”, mi ritrovo in un mondo fatto di sogni che si possono realizzare e di bambini che continuano a vivere felici nei corpi degli adulti grazie alle loro passioni. Mi rendo conto che il regalo che ho fatto a mio figlio è diventato molto più prezioso.
Mi distraggo da questo pensiero solo quando riconosco il suono della celesta che mi porta immediatamente ad Hogwarts: è la colonna sonora di Harry Potter, che viene subito dopo Cuori ribelli. Continuo il mio ragionamento su attitudini, impegno e realizzazione del proprio potenziale anche con percorsi diversi. Intanto il Maestro se la gode visibilmente, canta e “sente” tutta la musica che ha composto. Mi immagino il lavoro, le riunioni, le strade imboccate per sbaglio, le note eliminate che torneranno riviste in una nuova composizione, le note recuperate da un’altra scena che ora descrivono perfettamente il momento e l’emozione che vivono i protagonisti del film. Penso alle prove, alle correzioni scritte a matita sugli spartiti. Anche oggi ogni tanto qualche violino si segna un piccolo appunto, il giorno prima del concerto. Le rifiniture, i ritocchi sono infiniti e la perfezione come la felicità sono irraggiungibili, stanno nella strada per arrivare. Viene eseguita la colonna sonora di Schindler’s List, il film di Steven Spielberg sull’Olocausto e l’emozione in sala è palpabile. Poi E.T. l’Extraterrestre e sto pensando alle rinunce perché c’è sempre qualche cosa che si tralascia per tenere accesa quella lucina, spesso coloro che hanno un sogno così grande da realizzare hanno al loro fianco persone che li capiscono, li assecondano e sostengono il progetto con la stessa forza.
Intervallo. Nella seconda parte mi godo il concerto, per i brani di Superman tre musicisti che suonano le percussioni rimangono in maglia blu con S rossa e gialla che tutti riconosciamo immediatamente. Applauso. Io ritorno bambina ascoltando i temi di Indiana Jones ed è pura gioia e interesse per l’orchestra che segue il maestro con emozione, immagino quanti della mia età che suonano in questo momento stanno realizzando il loro sogno. Magari hanno iniziato a suonare proprio con uno dei pezzi che oggi suonano alla Scala diretti da chi che li ha immaginati e poi messi in note. Guidati da un compositore che si è confrontato con il regista che ha messo in scena il loro film del cuore, che ha conosciuto gli attori, magari ha presenziato sul set e probabilmente ha cenato con loro per festeggiare la fine delle lavorazioni dei film. Il concerto va avanti.
Quando inizia l’ultimo pezzo in scaletta, il bambino che è seduto davanti a me si rianima, ha circa sei anni ed è sicuramente un po’ stanco, ma all’attacco del tema finale di Star wars, con boato in sala dei circa duemila presenti, le sue manine cominciano a volteggiare come a dirigere lui stesso l’orchestra. Voglio chiudere il cerchio di questo ragionamento con l’augurio che questo bambino biondo con la maglia a righe prima o poi possa tornare alla scala da musicista o meglio ancora da direttore d’orchestra e auguro anche a tutti gli under 30 di poter seguire la loro passione e se non l’hanno ancora individuata di trovarla, di lavorarci con impegno e mantenere viva la luce che fa sorridere gli occhi e l’anima. Grazie alla Filarmonica della Scala per la bella iniziativa e grazie a John Williams per averci regalato così tante emozioni.

Alice Guazzo

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