VENEZIA – Dal pavimento del salone al piano nobile di palazzo Corner Mocenigo, spunta una selva di bianche palafitte capovolte che delimitano la mostra “Vivere tra terra e acqua“ allestita dal Comando Regionale Veneto della Guardia di Finanza per celebrare i 1600 anni della fondazione di Venezia e i cento anni della presenza del Corpo in città. Una coreografia davvero suggestiva, illuminata da sottili lame di luce, insolita per il palazzo patrizio che si affaccia su uno dei campi più centrali di Venezia: San Polo. L’edificio ha vissuto storie complesse, passando da anni di grande splendore quando le pareti erano adornate da straordinari autori come Antonello da Messina o Bellini o Tiepolo fino alla spoliazione, per motivi economici nell’Ottocento di tutto quello che di prezioso era contenuto.
“C’è stato un momento in cui anche la Guardia di Finanza ha avuto la tentazione di lasciarlo – dice il maresciallo Luca D’Apollonio, direttore del museo della GdF e competentissima guida del Palazzo- mantenerlo è davvero molto oneroso ma poi ha prevalso un’altra riflessione: restare qui rafforza il concetto di legalità che noi rappresentiamo e contemporaneamente il prenderci cura di questo palazzo dà un segnale concreto contro il declino che minaccia Venezia. Pensiamo – continua D’Apollonio- che il Veneto può contare su quattro siti palafitticoli tutelati dall’Unesco ed è per questo che nella mostra abbiamo ricostruito gli aspetti più salienti di quella cultura preistorica che, pur lontanissima nei tempi, si ritrova nella struttura di Venezia. Con l’esposizione vogliamo far riflettere su quanto sia importante tutelare oltre ai siti archeologici, una realtà viva su palafitte come è la nostra città”.
Palazzo Corner diventato sede della caserma Piave della Guardia di Finanza, è oggetto di continua manutenzione, sono stati ristrutturati ambienti, in base a documenti e fonti recuperate anche all’estero, sono stati recuperati dipinti come il ciclo dedicato alla storia di Francesco Morosini, stratega navale protagonista con la sua galea nera, chiamata “la bastarda” di audaci imprese. Oggi il Palazzo è entrato a far parte del complesso dei Musei di Venezia con visite guidate che faranno scoprire anche una pagina di storia di cui poco si parla: la partecipazione alla prima guerra mondiale della Guardia di Finanza che fu la prima a dover subire l’attacco austro-ungarico poiché quei militari erano di stanza al confine dove svolgevano i compiti di routine. I caduti furono 2.400.